La Commissione Europea ha pubblicato la sua relazione 2021 sulla parità di genere nell’UE, dalla quale emerge l’impatto negativo che la pandemia di COVID-19 ha avuto sulle donne.
La pandemia ha aggravato le disparità esistenti tra donne e uomini in quasi tutti gli ambiti della vita, sia in Europa che nel resto del mondo, segnando un arretramento rispetto alle faticose conquiste del passato. Allo stesso tempo la parità di genere non è mai stata cosi importante nell’agenda politica dell’UE e la Commissione ha profuso un grande impegno per attuare la strategia per la parità di genere adottata un anno fa.
Per meglio monitorare e fare il punto dei
progressi compiuti in ciascuno dei 27 Stati membri, la Commissione ha inaugurato lo scorso mese di marzo un portale per il
monitoraggio della strategia per la parità di genere.
L’IMPATTO DEL COVID-19 SULLE DONNE.
La relazione odierna evidenzia come la pandemia di COVID-19 si sia rivelata una sfida di rilievo per la parità di genere.
- Gli Stati membri hanno registrato un aumento della violenza domestica: ad esempio il numero di segnalazioni di violenza domestica in Francia è aumentato del 32 % durante la prima settimana di chiusure, mentre in Lituania è aumentato del 20 % nelle prime tre settimane. L’Irlanda ha visto quintuplicare i provvedimenti per violenza domestica e le autorità
spagnole hanno riferito un aumento del 18 % delle richieste di intervento durante le prime due settimane di confinamento. - Le donne sono state in prima linea nella lotta contro la pandemia: il 76 % del personale dei servizi sanitari e sociali e l’86 % del personale che presta assistenza alle persone è costituito da donne. Con la pandemia le lavoratrici di questi settori hanno subito un aumento
senza precedenti del carico di lavoro, dei rischi per la salute e dei problemi relativi alla conciliazione della vita professionale con quella privata. - Le donne nel mercato del lavoro sono state duramente colpite dalla pandemia: le donne sono sovrarappresentate nei settori che sono maggiormente colpiti dalla crisi
(commercio al dettaglio, comparto ricettivo, lavoro di cura e lavoro domestico) in quanto
comportano mansioni che non è possibile svolgere a distanza. Le donne hanno inoltre incontrato maggiori difficoltà a reinserirsi nel mercato del lavoro durante la parziale ripresa dell’estate 2020: i tassi di occupazione sono infatti aumentati dell’1,4 % per gli uomini, ma solo dello 0,8 % per le donne tra il secondo e il terzo trimestre del 2020. - Le chiusure hanno forti ripercussioni sul lavoro di cura non retribuito e sull’equilibrio tra vita professionale e vita privata: le donne hanno dedicato, in media, 62 ore a settimana alla cura dei figli (rispetto alle 36 ore degli uomini) e 23 ore a settimana ai lavori domestici (gli uomini 15 ore).
- Clamorosa l’assenza delle donne nelle sedi decisionali in materia di COVID-19: uno studio del 2020 ha rilevato che gli uomini sono molto più numerosi delle donne negli organismi creati per rispondere alla pandemia. Delle 115 task force nazionali dedicate alla COVID-19 in 87 paesi, tra cui 17 Stati membri dell’UE, l’85,2 % era costituito principalmente da uomini, l’11,4 % principalmente da donne e solo il 3,5 % era caratterizzato da una parità di genere. A livello politico, è donna solo il 30 % dei ministri della Sanità dell’UE. A capo della task force della Commissione per la crisi COVID-19 siede la Presidente von der Leyen e, degli altri cinque Commissari che la compongono, tre sono donne.